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I MaiStraki, poco prima di perdersi per il boscoI MaiStraki, poco prima di perdersi per il bosco

Immagini dal famoso castelloImmagini dal castello

Uno splendido parco a MonacoUno splendido parco a Monaco

Surfing in Monaco!Surfing in Monaco!


a cura di Paolo Castagna

MaiStraki nel giro della Baviera
(MaiStraki in Bayernland)



sabato 18 giugno 2005

Monaco - Weilheim 70 km
L'avventura è cominciata alle 00.45 di sabato 18 giugno.
I 4 MaiStraki si sono ritrovati alla stazione di Verona Porta Nuova. Ad attenderli c'era il treno italo-tedesco che partiva alle 1.01, discreto nelle carrozze germaniche, ma assolutamente insufficiente in quelle italiane. Le facce dei nostri compagni di avventura non erano esattamente quelle che ci si poteva immaginare: alcuni sembravano appena usciti di galera, altri erano "belli" pieni di alcol, altri parevano appena scampati ad un regolamento di conti.
Dopo aver fatto fatica a caricare le bici sull'apposito vagone (anch'esso tedesco, molto capiente, con un'ottima porta riservata all'accesso, ma lasciata inspiegabilmente chiusa), abbiamo tentato di raggiungere i nostri posti "prenotati" (io mi immaginavo un treno tipo Eurostar). La carrozza era molto distante: siamo dovuti passare "sopra" un sacco di gente dalle più svariate provenienze e odori. Abbiamo trovato pure un ferroviere tedesco che, allertato dai noi perché una carrozza era chiusa, non ci ha messo un secondo a scaricare la colpa sul colleghi italiani.
Alla fine abbiamo trovato la nostra carrozza modello Eurostar: era la peggiore di tutte (italiana, naturalmente), avrà avuto 35/40 anni e, soprattutto, era piena di gente.
E i nostri posti? Tom ha preso subito in mano la situazione: nel nostro scompartimento c'erano 2 ragazzi italiani (per capirci, quelli scampati al regolamento conti di prima), 1 anziano signore anglosassone (ma le bottiglie di birra che si scolava lasciavano intendere che non era tipicamente un Lord), e 2 giovani ragazzi di 2 paesi nordici diversi (che fra loro parlavano un inglese "europeo", non "british").
Ebbene, a questa platea multietnica Tom ha rivolto un "alora, com'ela qua, i posti jé prenoté!"
Incredibilmente, senza troppi problemi chi aveva occupato i nostri posti si è alzato: il Tom è veramente internazionale.
Lo scompartimento aveva già l'aria viziatissima (eravamo appena partiti!), ma ce lo siamo fatti andar bene.
In qualche modo siamo riusciti a prendere sonno (tranne i soliti, capitanati da Ezio, che, nonostante nel corso della notte fossero stati sorpresi a russare, giuravano di non aver mai chiuso occhio); due poliziotti austriaci, alla dogana, ci hanno chiesto i documenti, che Piero, come al solito, ha faticato a trovare.
Alla fine, verso le 06:30 siamo giunti a Monaco. Scaricate le bici abbiamo familiarizzato con la disposizione della stazione: fatta una sommaria colazione (apprezzata soprattutto da Paolo) abbiamo scovato i bagni, e poi, con le bici ci siamo gettati ad una prima, rapida, scoperta della città.
A quell'ora di sabato mattina per Monaco giravano pochissime anime: abbiamo incontrato qualche barbone e, lungo le vie pedonali del centro, i venditori ambulanti già intenti ad approntare i loro chioschi, con i quali da lì a poche ore avrebbero dato vita ad un mercato di frutta e verdura. Superata MarienPlatz, e visitata la più vecchia birreria di Monaco, abbiamo diretto la bicicletta verso il castello delle Ninfee, e subito dopo, a sud, verso Gauting.
Da lì sono cominciati le prime incertezze per trovare la giusta strada: il problema sta nel fatto che in Germania ci sono troppe ciclabili, e spesso, le segnalazioni non sono all'altezza. Qualche volta, infatti, a certi bivi si trovano due indicazioni, entrambe indicanti il nome della ciclabile, l'una con freccia a destra e l'altra con freccia a sinistra, senza nessun altro tipo di indicazione: prendere la strada giusta è veramente difficile, e quasi sempre si è costretti a fermare qualche tedesco (che, comunque, è sempre molto disponibile), superare le difficoltà della lingua (notevoli), sperare di aver capito bene, e trovare la giusta via.
Quella mattina il tempo non era bello: abbiamo preso anche qualche goccia d'acqua (poca roba, a dire il vero).
Appena fuori Monaco abbiamo trovato il posto ideale per cambiarci: era uno spiazzo verde, circondato da alberi, proprio di fronte ad un entrata piuttosto maestosa, nella quale entravano giardinieri, ma anche molte donne, anziane più che altro. Visto il movimento, ognuno ha cercato di effettuare la manovra nascosto dietro gli alberi, tranne Ezio, incurante del richiamo di Paolo (poi si scoprirà che lo aveva mal digerito). Mostrando le sue nudità ha attirato le attenzioni di 2 arzille vecchiette, che subito, compiaciute, hanno sorriso: in quel momento abbiamo capito che ci eravamo cambiati di fronte all'entrata di un cimitero: bhé, almeno 2 vedove avevano apprezzato.
Fatta la spesa in un supermercato, ci siamo fermati in un centro sportivo situato alla periferia di Gauting.
Di lì siamo ripartiti per Starnberg, dove Piero (anima santa del gruppo) ha pensato bene di alleviare le difficoltà d'orientamento acquistando una mappa della zona: meticoloso qual è ci ha messo una mezzora, e ormai l'edicolante non ne poteva più dell'italiano che le aveva fatto tirare fuori tutte le mappe del mondo.
Un po' più sicuri, ci siamo avviati verso Weilheim, prima tappa del tour.
La cosa strana era che ora, con la mappa, non riuscivamo più a trovare le ciclabili: eravamo finiti su strade in cui le auto sfrecciavano a 100 km l'ora. Eppure Piero giurava che la mappa le segnalava come ciclabili: alla sera, a cena, quando ormai eravamo tutti belli puliti e riposati, Piero ha confessato di aver confuso il colore delle strade "panoramiche", verde intenso, con quello più chiaro delle ciclabili, e di essersene pure accorto, ad un certo punto, ma, temendo la reazione degli ormai cotti compagni di avventura, di aver taciuto per paura delle critiche.
Arrivati a Weilheim, abbiamo subito cercato un posto per dormire: il paesino è veramente carino, con una bella piazza pedonale, sulla quale si affacciano la chiesa, molte abitazioni tipiche bavaresi, tra cui il nostro hotel, e molti negozi. Appena girato l'angolo abbiamo trovato una filiale HVB, nella quale siamo entrati: già dai moduli depositati nell'area "self-service" si capisce che il loro sistema IT e, con esso, il sistema di pagamenti tedesco è piuttosto diverso da quello utilizzato in Italia.

continua...
tappe successive
19/06/2005, domenica, Weilheim - Schwangau 73 km, 6 km la sera
20/06/2005, lunedì, Schwangau - Peiting 65 km
21/06/2005, martedì, Peiting - Gauting 88 km
22/06/2005, mercoledì, Gauting - Monaco (città) 45 km