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Screensaver dei MaiStraki in Austria
a cura di Pierleopoldo Motta

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03/06/2003, martedì, Villach - Fusine (Tarvisio), km 70
Il mattino sveglia alle prime luci, salubre passeggiata attorno al lago, colazione, carico bagagli e ritorno verso Villach, in un solare e fresco mattino.
Si pedala nel verde ed ampio alveo della Drava fino alla città. Colloquiamo con un docile setter (cane!), entriamo nell'elegante centro storico, visitiamo la chiesa di St.Jakob. Al suo interno numerose lapidi tombali di signori armati fino ai denti la fanno sembrare un mausoleo alla nobiltà piuttosto che un tempio religioso. In un particolare bassorilievo si notano uomini e donne di potere pregare davanti alla crocefissione, impettiti, testa alta, in piedi.
Passiamo da Warmbad Villach (le antiche terme romane di Villach) ed un gentile ciclista ci guida alla pista ciclabile lungo il fiume Gail, attraverso un sottopasso ferroviario dove parte la ruota posteriore di Paolino, con plateale caduta senza danni.
Qui il sommo poeta Paulo, scosso e commosso, cantò, per memoria dei popoli, l'infausto gesto:

"la giovine età, l'irruenza, la poca esperienza gli impediron di ben valutar l'insidia e il fondo, e fu così che si spinse ad abbracciar la madre terra perdendo in un solo dì la tracotanza..."

Il percorso sull'argine del fiume è lungo e assolato e ci porta a fare merenda in un baretto di Arnoldstein (anonimo paese); poi via verso il passo del Tarvisio in lenta e assolata salita. A Coccau passiamo il confine Italia-Austria tra strutture doganali abbandonate e fatiscenti. Arrivati a Tarvisio, decidiamo di proseguire per un breve percorso in salita verso i laghi di Fusine; parco naturale che il Turi ha già raggiunto... IN AUTO!
La differenza si palesa presto. Ci aspetta una breve salita-infarto di soli 2,5 km, ma ripidissima.
I più validi si cimentano, attingendo alle residue energie, in una gara. Qualche passante ci compatisce (conoscono bene quel tratto!).
All'arrivo:
1° 0" il povero pensionato (ex impiegatino di infimo rango), battiti 119
2° 10" il giovin aitante... che aitar dovette sé stesso, battiti 150
3° 4'20" il "rilassato" Tom con mezzi pedonali e ciclistici (ogni santo aiuta), battiti 140
4° 5'10" il predicatore, ormai di soli rantoli, battiti 250
5° ... quinto... e infine quinto! ...del 5° si ignora la sorte!
Sorprendemmo il quinto, stravaccato 100 metri prima dell'arrivo, mentre si risollevava dall'aspra prova con merenda a base di cioccolata! (che poi immergerà nell'acqua del lago per fermarne la fusione). Raggiungeva il traguardo, dopo ripetuti richiami e rimproveri, dopo 13'05", battito 685.
Mentre i cronometristi danno i numeri, il Tom coglie il gruppo in un momento di grave debolezza, e ci convince a fare il giro del lago con la bici... a mano! Su di un percorso piano ma difficoltoso anche a piedi. L'ira dei defatigati è però sopraffatta da uno spettacolo di rara bellezza. Il laghetto inferiore di Fusine mozza il fiato per l'armonia, la quiete, i colori grigi e verdi elaborati dal cielo a tratti blu e grigio, il contorno di abeti e di montagne ancora innevate. Ci fermeremo spontaneamente più volte a contemplare questo spettacolo, nel silenzio della montagna. E non è solo quel che "vediamo" a rapirci, ma l'energia, la morbida luce, la pace che irradia. La spossante fatica appena fatta aiuta a cogliere questa magia e la forza del lago detta il suo linguaggio. "Visto uno..."
Spero che questi ambienti durino a lungo e che altri si lascino "attraversare" da essi.
Sulla riva opposta un idilliaco alberghino "Edelweiss" mi ha già convinto dove passare la notte! Avesse anche una sola "stella" ... troveremo le altre fuori dalla finestra! Un po' più alto, per un sentiero di cento metri nel bosco si arriva al laghetto Superiore di Fusine. E' più selvaggio e parla a noi animali, o indiani, o uomini... Inutili altre descrizioni.
Paolino scopre una colonia di girini. Quando nonostante il sole, grossi goccioloni punteggiano l'acqua, malvolentieri ci solleviamo dai pietroni della costa. Passiamo nei pressi di un enorme masso erratico che separa i due laghi: sarà largo venti metri ed alto di più.
Non riusciremo a dormire all'Edelweiss: è giorno di chiusura.
Scendiamo al paesino di Fusine dove dormiamo e mangiamo alla nuovissima pensione "Al Sole" Assolutamente nessuna distrazione nella contrada. Durante la cena decidiamo la chiusura di questa gita con partenza domani dalla stazione ferroviaria di Tarvisio.
km finali 375

4/6/2003, mercoledì, Ritorno a casa, Ore 08:00
In sei Km scendiamo alla stazione di Tarvisio Boscoverde. Sembra un'aeroporto: moderna, grande, organizzatissima, ...totalmente vuota!
Il bigliettaio arriverà cinque minuti prima del treno delle 10:57. Una cattedrale nel deserto fatta di pregiati marmi, legni e acciai. Con questo treno finisce la nostra gita. Avvicinandoci alla pianura, aumenta la temperatura, a cui non eravamo più abituati! Sostiamo, mangiamo e cambiamo treno a Mestre (ore 14:43), poi Verona.
Tornando in treno raccolgo dai partecipanti qualche pensiero scritto in libertà... e riporto:

"SVEGLIA MATTUTINA
Tour in 4 tappe (e 4 notti), caratterizzato oltre che dalla fatica degli ultimi 2 giorni, dalla sveglia ad orari impossibili. L'iperattività di alcuni membri della spedizione ha costretto il povero Castagna a risvegli impensabili prima della pedalata. Inoltre la vanità di qualcuno ha portato a "sequestri" del bagno di quasi mezz'ora." - Paolino Castagna

"Scrivo queste due righe quando il viaggio si sta quasi concludendo e attraverso i finestrini del treno vedo una parte d'Italia che non conoscevo.
L'Ostirol e la Carinzia ci hanno accolto a braccia aperte. Ne abbiamo ammirato la natura conservata con grande rigore e le città pulite, graziose e ordinate. Qualcuno di noi ha osservato che questo ordine quasi maniacale ci ha condotto, nella storia, a situazioni spaventose.
Per finire mi piace ricordare il momento, immortalato in una foto, in cui abbiamo attraversato il confine al rientro in Italia. Questo confine è abbandonato e le costruzioni adibite a dogana sono quasi fatiscenti. Non molti decenni fa, per la difesa di questi confini morirono e soffrirono centinaia di migliaia di uomini. Ora rimane solo una linea rossa.
Non dobbiamo dimenticare." - Ezio Tezza

"Le nuove divise, dai colori cangianti, sembrar li facean a dei tori fumanti
In sella alle bici, i bei sguardi fieri, dell'Austria si miser a girare i sentieri
Lasciati in Italia i loro paeselli, a scoprir si accingean i posti più belli
Il Motta davanti, cartina alla mano, spronava i ragazzi, andiam troppo piano
Fu allora che il Turri, con scatto fulmineo, si mise alla testa su un bel rettilineo
Ma in quel di Fusine, sull'erta del lago, crollò sulla bici, lo sguardo ormai vago
E dissi ai compagni, sul prato riverso, mi sa che quassù il giro l'ho perso" - El vecio Turi




tappe precedenti
31/05/2003, sabato Dobbiaco - Lienz, km 50
01/06/2003, domenica, Lienz - Spittal, Km.80
02/06/2003, lunedì, Spittal - Villach, km 50