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a cura di Pierleopoldo Motta

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Si prosegue per Terranegra, Legnago Km.68 (23slm). Fine Pista ciclabile. Legnago sorprende per un grande parco cittadino alberato, e una fortificazione austriaca che scompare sotto l'argine. Anche l'occhiale di Enzo scompare... ma nelle tasche di qualche furbastro. Profittiamo delle sue vane ricerche per riposare all'ombra del ponte ferroviario.
Si riparte: Vigo, Villabartolomea (14slm). Cerchiamo un bar per uno spuntino ma tutto è chiuso per ferie o riposo o... matrimonio del figlio. Il paesaggio semideserto sotto il sole è popolato da rari personaggi che oziano sulle sedie di un bar chiuso dove non berranno mai nulla. Anche noi li imitiamo ed entriamo in quell'irreale immagine da Far West italiano. Aumento ancora il caldo, ma fortunatamente siamo favoriti dall'ombra di nuvole passeggere e dalla spinta del vento di ponente.
Carpi, Castagnaro (14slm), sosta all'unico bar aperto, serviti da una fantasiosa cameriera che si garantisce i consumi dicendo che l'acqua del Bar non è potabile! Beviamo ancora.
Il viaggio riprende. Qui le coltivazioni prevalenti sono mais, barbabietola, fieno.
Percorrendo il fiume ci facciamo una cultura sui ponti. Quelli che più colpiscono sono i Gasdotti o acquedotti, slanciati e sospesi ad una rete di cavi, ancorati a terra. Particolari anche quelli ferroviari, pesanti e appoggiati, formati da una continua triangolazione di travi metallici.
Saltiamo sulla riva sinistra su breve strada asfaltata, Castelbaldo, Masi e di là Badia Polesine, Piacenza d'Adige km.94 dove ci forniamo di altra acqua! Per un lungo tratto vedremo all'orizzonte Nord i colli Euganei. L'argine, che inizialmente abbandonavamo per brevissimi tratti, ora non lo lasciamo più. Infatti il sacrificio della poco scorrevole strada ghiaiosa (media 15km/h) è premiato dall'assenza di traffico, dal poter chiacchierare pedalando affiancati e dal vedere sempre su un lato il fiume, sull'altro un ampio panorama campestre.
L'argine parte da Verona con una altezza sulla campagna circostante di 3, 4 metri, e va aumentando lentamente fino a 10 metri nel Polesine. Ciò comporta un continuo panorama con il fiume da un lato, e dall'altro l'ampia vista su campi, villaggi, cascine, oltre ancora su colline e monti che finiscono all'orizzonte. Da quel belvedere vedi spuntare i campanili e torri di paesi lontani 10, 15 chilometri. Al contrario, percorrendo le strade in pianura, tutto ciò che ti sta ai lati nasconde quel che sta dietro... quindi, vista la prima casa, il capannone confinante, la siepe limitrofa, il recinto... visto nient'altro!.
Cominciamo ad essere stanchi. L'acqua del fiume è pulita grazie alla lentezza che sedimenta il limo e sulla liscia superficie riflette l'azzurro del cielo. Facciamo una sosta sulla riva, per toccare queste acque che da ore vediamo solo: calpestiamo a piedi nudi la finissima sabbia e ci ristoriamo con le gambe nel fiume... Molto rilassante!
Aumentano i pretesti per brevi soste, in particolare per bere. Nonostante gli oltre 6 litri di acqua che ciascuno berrà in questo giorno, tutto si disperde in traspirazione e ci cauteliamo dalla disidratazione bevendo frequentemente.
Cà Morosini (10slm), Lusia, Barbona, Santa Maria d'Adige.
Passiamo sotto l'autostrada ed ormai siamo a Boara Pisani km.103 (6slm).
Arriviamo a un modesto ma provvidenziale alberghetto, dove ci preparano svelti le stanze. Un armadio è privo di un fianco, gli attaccapanni sono monchi, sulla testa del Tom atterra il rubinetto della doccia... ma è l'unico ostello dei dintorni, ci hanno accolti e ci sentiamo in una tana sicura! Per un momento immagino i vecchi e stremati pellegrini che, all'arrivo della sera, trovavano il tetto di un "ospitale"... per quel poco che trovavano (per quel tanto) ringraziavano il loro dio e gli uomini.
Noi, non più. Pagando il corrispettivo in denaro si tronca aridamente ogni riconoscenza.
Ceniamo dominati da un modellone di transatlantico che sovrasta un'intera parete, fumiamo una sigaretta sull'entrata ed osserviamo le nuvole notturne passare nella notte e, dietro, Marte straordinariamente luminoso in questo mese; poi... a nanna.
Siamo molto stanchi e non vediamo il poco di bello e il brutto del luogo... ma lo sentiamo fino alle 4 del mattino per gli schiamazzi di una squadra di giovinastri. Non abbiamo forza per reagire.
Ci risvegliamo attratti da una poverissima colazione. Meno male che abbiamo dei biscotti nostri!
Nel paese un'imponente barchessa alta 4 piani con colonne tonde (ora ristruttata in abitazioni) raccoglieva grano e fieno da quegli estesissimi pascoli, una chiesa barocca in ristrutturazione, una antica villa con giardino.
Anche oggi la giornata si presenta calda, trasparente, attraversata da provvidenziali nuvole e dal vento che sospinge verso Est.
continua...


MaiStraki, a casa di Piero, il 26/8, per pianificare l'uscita
MaiStraki e figli alla partenza davanti al cancello di Villa Buri
MaiStraki e figli nel fiume, per rinfrescarsi
l'Adige
MaiStraki e figli lungo il percorso
MaiStraki e figli lungo il percorso
MaiStraki e figli lungo il percorso
l'hotel a 1 stella, ma forse neanche quella
MaiStraki, foto di gruppo all'arrivo alla foce
Adige e mare alla foce
i 'figli' dei MaiStraki
MaiStraki, foto di gruppo sul mare: missione compiuta
MaiStraki, foto di gruppo alla piccola stazione