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a cura di Pierleopoldo Motta

MaiStraki da Verona, in bici, alle foci dell'Adige

La scorsa primavera progettiamo di percorrere in bici l'argine del fiume Adige, da Verona al mare: strada piana, da fare prima dell'arrivo delle zanzare e delle afose giornate estive di pianura, prima dell'arrivo dei moscerini autunnali. Invano cerchiamo notizie del percorso su internet e riviste. Dalla lettura delle cartine stradali si capisce che sono 170 km di strada prevalentemente bianca, salvo gli ultimi 50 km. Così, a fine agosto, eccoci pronti a partire!

Sabato 30/08/2003, ore 08:00,località Mulini di San Michele all'Adige (VR)- Villa Buri
Sei gli sciagurati presenti: - Giampaolo Turri (se ghe da spararle, sparemole grosse! Ma … sensa che i sàpia)
- Enzo Tommasi (basta che se faga, …mi ghe son!)
- Ezio Tezza (riattrezzato con bici nuova, fregata alla figlia Elena)
- Piero Motta (…viste le mappe, taceva, lasciando immaginare agli ignari ciclisti una romantica biciclettata)
- due new entry maistrakini: Leonardo, figlio Turri, e Nicolò, figlio Motta.
Rispetto alle precedenti gite il bagaglio è assai ridotto, per il caldo, le buone previsioni, la brevità dell'escursione di soli 2 giorni.
Il primo tratto, fino a Zevio, è ancora una volta logorante, poi diventa una normale strada sterrata.
Il più sensoriale dei nostri organi diventa il deretano e grazie a "lui" classifichiamo tecnicamente le diverse strade bianche:
- Pessima: grossi ciottoli o grossi ciuffi d'erba: ti fanno sobbalzare di 3 - 5 cm
- Sola sabbia (senza erbe che la consolidino): affondi e sbandi
- Brutta: ciottoli piccoli e tondi, sulla loro mobilità le ruote affondano e sbandano
- Sufficiente: sassolini piccoli inferiori ad un fagiolo
- Discreta: brecciolino (sassetti spaccati misti a polvere di sasso) che con le piogge si compatta come nei campi da bocce
- Buona: terra battuta (finché, chi la percorre bagnata, non crea buche)
Siamo fortunati, l'aria del mattino è particolarmente trasparente e tiepida, i paesaggi con vividi colori, il sole settembrino delicato. Si pedala fin dall'inizio con piacere, nonostante il primo aspro tratto. Qualche breve sosta per piccole messe a punto (alza la sella e abbassa la postura, abbassa i calzini e alza i calzoncini, togli la maglia e metti il cappello, tira un borsone e molla un soffione (tutto aiuta a macinare chilometri!).
I paesi non sono riconoscibili, non vi sono indicazioni sugli argini essendo strade di servizio usate solo dai tecnici idraulici, e da qualche perditempo pensionato, pescatore, o ciclista. Quindi chiediamo la nostra posizione alle rare persone che incontriamo. Da Verona - Molini di San Michele (m.53 slm) viaggiamo sull'argine sinistro, gli ampi meandri ci fanno avanzare lentamente rispetto al lontano paesaggio collinare che si allontana. Il sole sale e il caldo si annuncia. La velocità ci procura un discreta confortevole brezza, ma accelera anche la continua traspirazione dalla pelle. Berremo molto.
Sull'opposta sponda si intravede San Giovanni Lupatoto (43 slm).
Alla sinistra i monti Lessini, alla destra il fiume e, oltre, la campagna si perde nell'orizzonte... sul terreno sabbioso si coltivano gli asparagi.
Superiamo Zevio Km.29 (31slm).
Da questo tratto iniziano zone a noi sconosciute "Hic sunt leones"; sappiano solo che viaggeremo sull'argine che supponiamo sia continuo e percorribile.
Al km. 35 una scritta annuncia "Ronco all'Adige (23slm) Terra della Mela".
Pere e mele passano dagli alberi alle bisacce, poi saranno i fichi a ficcarsi nelle gole dei famelici, pingui briganti. Ora capisco la famosa antica ferocia dei contadini della bassa. La condivido e riscrivo: "Ronco: terra della Mela e dei briganti".
Giunti ad una cascina senza uscita ci riforniamo d'acqua da una gentile signora, quindi saltiamo sulla sponda destra.
Albaredo d'Adige con lunga curva a destra del fiume, su strada erbosissima e lenta, che converrebbe tagliare attraversando il paese di Tombazosana e Tomba di sotto. Per il leggero dislivello del terreno il fiume si dilunga in altri meandri tra i frutteti.
A Roverchiara Km.54, inizia l'unica pista ciclabile del basso Adige (Roverchiara-Legnago: esempio da imitare e rivalutare) poi Roverchiaretta, Bonavigo, Angiari.
continua...


MaiStraki, a casa di Piero, il 26/8, per pianificare l'uscita
MaiStraki e figli alla partenza davanti al cancello di Villa Buri
MaiStraki e figli nel fiume, per rinfrescarsi
l'Adige
MaiStraki e figli lungo il percorso
MaiStraki e figli lungo il percorso
MaiStraki e figli lungo il percorso
l'hotel a 1 stella, ma forse neanche quella
MaiStraki, foto di gruppo all'arrivo alla foce
Adige e mare alla foce
i 'figli' dei MaiStraki
MaiStraki, foto di gruppo sul mare: missione compiuta
MaiStraki, foto di gruppo alla piccola stazione