Mappa generale 
 Treno-bici
 Download
Testo integra- le in formato Acrobat
a cura di Pierleopoldo Motta

... continua da
Si parte! Passiamo sulla sponda destra a Boara Polesine, quindi Borgoforte, Rottanova, Cavarzere, Km 147 (3slm), alle ore 10,05 su riva sinistra.
Dall'argine il fiume appare di un blu intenso, la brezza lo increspa e luccica i riflessi del sole; a tratti si cela dietro verdi boschetti fluviali. La campagna è molto verde nonostante la grande siccità di quest'anno.
Gli abitanti di alcune casette in cotto hanno allargato i loro giardini fioriti (e anche i loro fichi) fin sulle pendici dell'argine... noi apprezziamo il dono! (Il Turi ne apprezza 23!).
L'azzurro canale che scorre parallelo al fiume ci ricorda l'ambiente Olandese. Questo è il più bel tratto del percorso e finisce a S. Pietro.
Torniamo sulla riva destra, ove gli argini coincidono con strade provinciali asfaltate. Sostiamo nei pressi di una cascina sottostante circondata da grandi alberi, facciamo una piccola merenda e beviamo come cammelli.
Ormai il paesaggio è piatto, ampio e dà una sensazione di immoto. Le campagne sono a m.1 slm., e forse sono anche sotto il livello del fiume. Attraversiamo la strada Romea. Oltre questa la zona della foce con barene, valli di pesca, stagni non visibili dall'argine. Quest'ultimo tratto del fiume è affiancato da capanne di pescatori, da bricole con barchini in legno ed è percorso da imbarcazioni a motore. Giungiamo alla foce dell'Adige alle 12,20 Km.176.
L'impresa è compiuta e la rituale foto scattata.
Passeggiamo sui massi che, allineati a pelo d'acqua, arginano la metà meridionale della foce. Hanno la funzione di mantenere più alta e quindi navigabile l'altra metà settentrionale; inoltre una maggiore velocità della corrente impedisce il deposito di sabbia lì dove si bloccherebbe contro le onde del mare. Anche alla foce l'acqua è pulita, la spiaggia è piuttosto selvaggia ma migliore dell'ambiente che troveremo più tardi nei bagni turistici di Rosolina.
Inizia la fase del ritorno, ma non finisce l'avventura che è marchiata nel nostro DNA. Nell'intento di trovare una ciclabile ci insabbiamo in 2 Km. di strada sabbiosa boschiva che sfocia infine all'interno di un cantiere edilizio recintato!!
Raggiungiamo l'agognata spiaggia per turisti e facciamo un "vero bagno" nell'acqua limacciosa. Sulla spiaggia centinaia di ombrelloni e sotto un popolo indolente, l'operoso popolo d'Italia, superpotenza economica dei G8.
Due giorni di argine e di albergo on the road ci hanno un po' inselvatichito e non apprezziamo appieno i gusti dell'operoso popolo italiano. Mentre stiamo per partire si preparano all'orizzonte alcuni alti e scuri nuvoloni. In due o tre minuti una piccola tromba falcia la località, offusca il paesaggio, sbatte fragorosamente i tetti, trasporta nell'aria sabbia, carte, materassini, lancia un bidone per spazzature che diretto come una fucilata colpisce e atterra il povero Ezio in bicicletta. (Nessun danno: anche per il futuro incasserà la pensione!)
Immaginiamo che in spiaggia gli ombrelloni volino come missili, e in pochi secondi la fiumana del popolo indolente si carica di borse e si riversa in fuga sulle strade, quindi in auto, quindi nell'ingorgo stradale. Un'immagine biblica. Ma dove vanno, cosa fanno tutti insieme? Come un coro comandato dai ritmi di sole, pioggia, vento.
Ecco il momento migliore per confortarci, in un caldo forno artigianale con pizza, schiacciata, e pane aromatico. Scende un acquazzone, che si attenua dopo mezz'oretta, quindi ci lanciamo in bici lungo la strada del ritorno. Schiviamo la pioggia ed arriviamo in tempo alla piccola stazione ferroviaria di Cavanella d'Adige, non custodita modello "on the road".
Qui tutto è diverso e particolare: i caratteri fisici della signora che aspetta il treno; Ezio che vedendo passare un treno gesticola per fermarlo... E QUESTO SI FERMA!
Il macchinista che tratta se caricare o meno le biciclette... che non ci starebbero...
Noi che convinciamo Ezio e Macchinista di lasciare perdere... tanto... quello è il treno che va in direzione opposta!
I macchinisti ripartono promettendo che al ritorno ci caricheranno e mezz'ora dopo tornano, sistemano con pazienza le bici fin tra i sedili e partono. Osserviamo un pochino la cabina di guida, poi ci indirizzano verso le carrozze dicendo che... "par i bilietti... pasaremo..." Non passeranno. A Rovigo il treno ferma un'ora, poi ripercorrerà i paesaggi ancora limpidi della nostra andata in bici: canali, fiumi, ponti, colline in distanza...
Giungiamo alla stazione di Verona verso le 19.00 e li il gruppo si disperde rapidamente, ognuno attratto dall'odore della propria tana.
Il percorso si è dimostrato molto interessante e piacevole, superiore alle nostre aspettative.
Richiede un "culo" preparato,la sella comoda con buon appoggio, una bicicletta con copertoni larghi (meglio rampichino); un ammortizzatore anteriore gioverebbe ai polsi, e per la schiena una sella molleggiata o l' ammortizzatore sulla canna della sella.

MaiStraki, a casa di Piero, il 26/8, per pianificare l'uscita
MaiStraki e figli alla partenza davanti al cancello di Villa Buri
MaiStraki e figli nel fiume, per rinfrescarsi
l'Adige
MaiStraki e figli lungo il percorso
MaiStraki e figli lungo il percorso
MaiStraki e figli lungo il percorso
l'hotel a 1 stella, ma forse neanche quella
MaiStraki, foto di gruppo all'arrivo alla foce
Adige e mare alla foce
i 'figli' dei MaiStraki
MaiStraki, foto di gruppo sul mare: missione compiuta
MaiStraki, foto di gruppo alla piccola stazione